Ma Ogni Tanto la Debolezza ci Prende

Ma Ogni Tanto la Debolezza ci Prende.
performance in occasione di Museo Entr’acte , a cura di M. Scotini,  Museo Marino Marini, Firenze

Anche Ma ogni tanto la debolezza ci prende per il Museo Marini di Firenze aveva a che fare con l’identità. Dietro il chiosco di frutta e la distribuzione – generosa – dei frullati c’era ancora lo stesso problema. Io credo che la debolezza ci prende perchè siamo in una dimensione che a volte non ci appartiene e c’è bisogno allora di una dimensione diversa che è però difficile da trovare. Una dimensione in grado di ricomporre dei frammenti staccati attraverso la riproposizione di riti quotidiani.
Dunque accettare una condizione è già recuperare una dimensione che non ti appartiene più.

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Il mercato, o meglio, tutti i mercati che passavano con dissolvenze incrociate nel video sono una cosa ovunque presente e che tutti conosciamo. Certo l’esatto opposto dell’ipermercato.
In sostanza il problema del mercato è quello stesso dell’omogeneità. E’ sempre la stessa cosa: ci si trova lì per una funzione sociale ed esso è qualcosa che unisce. L’arabo compra le spezie, il cinese il riso e io qui vado al mercato del pesce, è il modo per mettere in evidenza una propria identità economica e sociale poichè esistono delle diversità. Ma allo stesso tempo tali differenze rientrano in una identità comune. Ci sono delle identità che devono coesistere, convivere e si sa che ciascuna deve rapportarsi a quella degli altri. In questo senso, è necessario arrivare al fondo: se da lì si sottrae, cioè si torna indietro, allora ci troviamo su un terreno comune.

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