Europa 2014, Marque à Pain, 2014

10 stampi copie, realizzate in legno di ciliegio, di dieci stampi di derivazione greco-ortodossa utilizzati per la preparazione di ostie o di dolci in occasione di feste religiose, dove ho sostituito alle scritte religiose, presenti negli oggetti originali, parole provenienti dal linguaggio economico.
10 bassorilievi in pasta di sale e colla vinilica prodotti utilizzando gli stampi in legno di ciliegio.
Opera realizzata per la mostra Food, curata da A. von Fürstenberg al Museo MuCEM di Marsiglia, misure variabili

collezione MuCEM

foto sopra © Ph. MuCEM / Yves Inchierman
tutte le foto sotto © Ph. Paola di Bello

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_PDB0218 copyPrecaritè

Incontro tra Stefano Boccalini e Jean-Roch Bouiller

Jean-Roch Bouiller (J.-R. B.): Come descriveresti il tuo progetto in rapporto alla collezione del MuCEM ?
Stefano Boccalini (S.B.): L’invito di Adelina von Fursterberg a partecipare alla mostra FOOD al MuCEM portava con se una richiesta ben precisa: il lavoro doveva nascere in relazione alla collezione del museo.
Quando ho visitato i magazzini sono rimasto colpito dalla eterogeneità della collezione e ho avuto la sensazione che qualsiasi cosa cercassi li l’avrei trovata.Ho subito capito che sarebbe stato troppo dispersivo farmi ispirare da ciò che vedevo, di conseguenza ho deciso di rovesciare il processo creativo e partire da quegli elementi che in questi ultimi anni hanno caratterizzato il mio lavoro, e in una fase successiva di relazionarmi con quegli oggetti che sicuramente avrei trovato nella collezione.
La natura capitalistica dei processi economici attuali è al centro dei miei ultimi progetti: la svolta linguistica dell’economia e le sue ricadute simboliche e sociali nella pervasività finanziaria, svelano dinamiche su cui il mio lavoro riflette criticamente.
A partire da queste premesse nasce il mio lavoro per il MuCEM dove ho deciso di mettere in relazione il linguaggio che l’economia ha utilizzato in questi anni di crisi economica con la religione.
Parole come debito, credito, austerità, rigore, precarietà, flessibilità, emergenza, Europa, mercato, finanza, ci hanno accompagnato e ci accompagnano tutt’ora quotidianamente e hanno assunto per molti cittadini europei una valenza che va oltre il loro significato, sono parole che non possono essere messe in discussione, parole che hanno assunto un’aria quasi religiosa e sono diventate come se fossero dei dogmi.
Da qui nasce la mia volontà di trovare un rapporto tra la religione e il linguaggio economico, ho cosi cominciato a guardare all’interno della collezione del museo per cercare degli oggetti che potessero essere funzionali a questa mia idea. I piccoli stampi di origine religiosa (marque a pain) mi sono sembrati subito adatti. Tali reperti, in gran parte di legno e di provenienza greco-ortodossa, sono riconducibili all’impiego liturgico sotto forma di ostia o di preparazioni dolciarie in occasione di feste religiose.
Mettere in relazione elementi tratti dal rituale religioso del passato con altri elementi, parole chiave, dell’economia contemporanea vuol dire per me leggere nelle strategie finanziarie contemporanee una chiara intenzione di porsi come dottrina di riferimento all’interno della società, con le sue regole e le sue micidiali punizioni, in questo caso però non dettate da un’aspirazione di trascendenza, ma da una volontà che, attraverso il profitto, tende ad esercitare il controllo sociale. E, come nella religione, tale controllo si esprime attraverso i dogmi.
Il lavoro che presenterò sarà articolato in tre parti: la prima parte è costituita dagli oggetti originali, marque a pain, presi dalla collezione del museo; la seconda parte da copie che sto realizzando in legno di ciliegio in cui sostituisco alle scritte religiose, presenti negli oggetti originali, parole provenienti dal linguaggio economico; la terza parte sarà costituita da piccole forme in pane che saranno prodotte con gli stampi che sto realizzando.
Tutti questi lavori saranno esposti insieme in una vetrina appositamente costruita.

(J.-RB): Mi spieghi qualcosa di più sulle parole che hai deciso di incidere sugli stampi (marque a pain) che stai realizzando in legno di ciliegio
(S.B.): Da quando nel 2008 e cominciata la crisi economica molti cittadini Europei, specialmente quelli del sud, hanno assistito ad un bombardamento mediatico che ha riversato nella quotidianità alcuni termini utilizzati nel linguaggio economico.
Se prendiamo ad esempio il paese in cui vivo, l’Italia, qui parole come austerità e rigore, fanno ormai parte della vita quotidiana e hanno pesantemente modificato e condizionato la vita di molte persone. Le politiche attuate dai vari governi che si sono succeduti per mantenere gli impegni presi con la comunità Europea, non hanno portato i risultati che ci erano stati promessi, ma persistono come se non esistessero alternative possibili.
Non poter mettere in discussione queste parole e di conseguenza le politiche che ne conseguono, non ci fa sembrare poi così azzardato l’accostamento tra dogmi che per sua natura la religione esprime e il linguaggio che l’economia ha espresso in questi anni.

(J.-RB): Vedo che sugli oggetti che stai producendo inciderai anche termini come debito credito, emergenza, mercato, Europa, qual’è il significato che attribuisci a queste parole in un contesto economico come quello attuale?
(S.B.): Debito e credito, ad esempio, le ho scelte perche credo che questo binomio stia cambiando profondamente la società. Lo spiega molto bene il sociologo e filosofo Maurizio Lazzarato nel suo saggio “La fabbrica dell’uomo indebitato”, dove dimostra come la relazione creditore/debitore sia il rapporto sociale fondamentale che sta alla base della società contemporanea. Attraverso questo paradigma il capitalismo del terzo millennio, quello finanziario, è in grado di esercitare una forma di controllo sulle soggettività individuali e collettive. È in grado di influenzare le scelte degli Stati, basti pensare alla Grecia che a causa del suo debito pubblico è stata costretta ad operare riforme che prescindono dalla volontà dei suoi governanti, riforme che vanno ad incidere in modo significativo sulla vita quotidiana delle persone e ne modificano i rapporti sociali.
Quante volte abbiamo sentito dire ce lo chiede l’Europa oppure sono i mercati che decidono, questo ha portato, da parte di chi ci governa, a giustificare una serie di decisioni politiche che molto spesso non sono andate a vantaggio della collettività e inevitabilmente la percezione che una parte dei cittadini si fanno della comunità Europea non può essere positiva, e l’Europa viene vissuta come un’imposizione.
L’altro termine che citi, emergenza, l’ho utilizzato perche credo che uno stato di emergenza permette di attuare politiche che in situazione di normalità non sarebbe possibile proporre. In un suo libro, Shock Economy , la giornalista canadese Naomi Klein, ci spiga molto bene come attraverso uno shock, causato da un cataclisma naturale, da un atto di terrorismo o da altri fattori, si può trasformare il “politicamente impossibile” in “politicamente inevitabile”.

(J.-RB): Insieme ai pezzi della collezione del museo e a quelli che produrrai tu, esporrai anche il pane, che significato ha per te questo elemento?
(S.B.): Nella cultura occidentale, ma non solo, il pane occupa un posto di rilievo assoluto: alimento di base, simbolo religioso, emblema di rivendicazione socio-economica… sono innumerevoli le accezioni semantiche e gli usi metaforici del pane.
Presentarlo all’interno del mio lavoro ha per me un significato molto importante perche riporta l’attenzione ad una dimensione primordiale, dove davanti a tutto c’è la sopravvivenza, chiaramente qui il riferimento è alla nostra sopravvivenza all’interno di un sistema economico dettato dal nuovo capitalismo finanziario, quello che voglio dire è che vanno trovati nuovi equilibri.

 

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