“Giocando col Vuoto tra Pensiero e Immagine”

mostra personale a cura di M. Scotini, Galleria Bordone, Milano, Italy

“Un’opera recente di un giovane artista americano, Jonathan Meese, alla Biennale di Berlino, si presentava come una stanza molto privata in cui veniva esibito tutto il proprio archivio di ricordi personali, di oggetti trasgressivi, di presenze ossessive. Pin-ups, Stars del rock, figure storiche come Cesare e Nerone, libri di filosofi, scrittori, autoritratti in bianco e nero, Arancia Meccanica, fumetti, teschi, pistole giocattolo.
Paradossalmente il vuoto proposto da Boccalini nelle tre stanze della Galleria Bordone in cui l’autore passa dal video alla performance, a delle piccole situazioni spaziali (quasi maquettes con manichini giocattolo) integralmente congelate dal bianco, ha qualcosa in comune con il lavoro di Meese, con il suo horror vacui.Anche il vuoto di Boccalini propone un atlante di microstorie, di quasi-storie, di vissuto: non va. assolutamente letto come un’assenza. Trattiene al suo interno la realtà come un indice. Non come raffigurazione o presentazione, piuttosto allo stato di ritenzione.Ma mentre Meese predispone una scena per una grande avventura, ben altro è lo sfondo allestito da Boccalini. Sintomatico è il video con la doccia (spaziando tra senso e nonsenso) dove il passaggio del tempo viene registrato dal getto d’acqua continuo e ad un prima e un dopo in cui l’autore è rispettivamente vestito e spogliato corrisponde una inalterabilità della sua condizione. Quella di lettore di un libro bianco aperto sulle ginocchia.Il vero e proprio protagonista del lavoro di Boccalini è una singolarità qualunque. Né soggettiva, né socialmente consistente. È il prodotto della progressiva espropriazione e della nullificazione inferta dal sistema strutturato delle immagini dallo stato spettacolare.Ma come scrive Agamben, e come il lavoro di Boccalini ha cercato e cerca di mettere in scena, tale realtà contiene anche una estrema possibilità affermativa: “che delle singolarità facciano comunità senza. rivendicare un’identità, che degli uomini coappartengano senza una rappresentabile condizione di appartenenza”.Il musiliano Mann ohne Eigensscliaft continua, ad essere lo scenario necessario per poter leggere il progetto di democraticità, che Boccalini persegue.”
Tratto dal testo di Marco Scotini, Wunderkammer contemporanea, contenuto nel catalogo della mostra

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l’Uomo che non Voleva Sapere più Niente, performance 

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Spaziando tra Senso e Non Senso,  betacam 5’16” – still da video

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“Senza titolo” veduta dell’installazione

6397361_orig“Senza titolo” particolare dell’installazione