La Ragione nelle Mani

 

La ragione nelle mani è il titolo del progetto di Stefano Boccalini che nel 2020 è stato tra i vincitori dell’ottava edizione dell’Italian Council, promosso della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

La Comunità Montana di Valle Camonica, che ha cofinanziato il progetto, e Art for the World Europa, che sono stati gli enti proponenti del progetto, hanno strutturato una serie di eventi per promuovere il lavoro dell’artista.

Il 31 marzo 2021 alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra, per la cura di Adelina von Fürstenberg, è stata inaugurata una mostra, dove si è potuto vedere il risultato di questo complesso progetto.

Contemporaneamente sono stati avviati alcuni incontri dove è stato presentato il libro, curato da Alessandra Pioselli, che racconta il progetto e riflette sui temi che lo hanno caratterizzato.

Quindi Art House a Scutari in Albania, Sandefjord Kunstforening a Sandefjord in Norvegia, la Fondazione Pistoletto Onlus, l’Accademia di Belle Arti Bologna e il MA*GA – Museo Arte di Gallarate, hanno dato spazio e visibilità a questo lavoro.

L’opera è entrata poi a far parte della collezione della GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Bergamo.

IL PROGETTO

L’idea del progetto nasce dal rapporto che sto costruendo con la Valle Camonica a partire dal 2013: in quell’anno ero stato invitato nella valle da Giorgio Azzoni, direttore artistico di aperto_art on the border, manifestazione di arte pubblica che mette in rapporto l’arte contemporanea con il territorio camuno, promossa dalla Comunità Montana di Valle Camonica attraverso il Distretto Culturale.

Ero stato invitato a partecipare a una residenza per produrre un lavoro che, ispirandosi al tema dell’acqua, riuscisse a legarsi al territorio.

La residenza è durata qualche settimana, un tempo che mi ha dato l’opportunità di scoprire un luogo a me non del tutto sconosciuto ma che avevo frequentato fino a quel momento solamente da turista.

Questo spostamento di sguardo è stato fondamentale, e negli anni la Valle Camonica è diventata un punto di riferimento per il mio lavoro: qui ho lavorato con varie comunità, con le istituzioni locali e con gli artigiani, con cui ho creato uno stretto rapporto di collaborazione e di scambio che mi ha permesso di produrre numerose opere.

L’energia che si è creata intorno a queste relazioni ha portato all’apertura di un Centro di Comunità per l’arte e l’artigianato della montagna.

Ca’Mon, così si chiama questo spazio che ha sede nel vecchio asilo di Monno, appositamente ristrutturato, un piccolo paese dell’alta valle che conta circa cinquecento abitanti.

Il progetto nasce anche dal lavoro che aperto_art on the border ha portato avanti negli anni; un lavoro che, rispetto al territorio, focalizza l’attenzione sui saperi artigiani ed è che è stato possibile grazie alla Comunità Montana, al Comune di Monno e alla Fondazione Cariplo.

Ca’Mon, di cui mi è stata affidata la direzione artistica, è un centro di scambio tra saperi intellettuali e saperi manuali: ospitiamo in residenza artisti e più in generale autori e ricercatori, per attivare un confronto con il territorio e il suo patrimonio culturale materiale e immateriale.

Ca’Mon non è solo questo, il centro è anche un luogo dove le comunità possono riconoscersi e dove è possibile riportare alla luce tutti i temi legati al passato, utili alla costruzione del futuro e momentaneamente messi in disparte, che qui potranno trovare le condizioni per rigenerarsi e assumere nuove forme: si apre la possibilità per un laboratorio permanente di sperimentazione e di ricerca che, a partire da una condizione locale, vuole contrapporre la cultura delle diversità e delle biodiversità all’omologazione cui tende la società contemporanea.

In questa logica sono già stati attivati alcuni campi sperimentali di lino e canapa, colture che in passato caratterizzavano il paesaggio della valle e che, lavorate e trasformate, entravano a far parte della quotidianità, esattamente come oggi potrebbero aprire la strada a nuove possibilità di sviluppo.

Ca’Mon è anche un luogo di formazione, dotato di spazi adibiti a laboratorio dove lavorano artigiani, artisti e giovani della valle.

L’obiettivo è la trasmissione dei saperi, secondo una logica di condivisione per cui le tradizioni non assumono un senso nostalgico ma diventano la porta di accesso al futuro, un “luogo” di sperimentazione per immaginare nuovi scenari.

Questo è il contesto in cui prende forma La ragione nelle mani, un progetto che si muove su due livelli, quello del linguaggio e quello dei saperi artigianali, attraverso il coinvolgimento della comunità locale.

Tutti i sette manufatti che compongono l’opera complessiva intitolata La ragione nelle mani sono stati realizzati in Valle Camonica da quattro artigiani e artigiane, affiancati/e ognuno da due giovani apprendisti/e.

Le “allieve” e gli “allievi” – per un totale di otto – sono stati selezionati/e attraverso un bando pubblico, promosso dalla Comunità Montana e rivolto ai giovani della valle interessati a confrontarsi con pratiche artigianali appartenenti alla tradizione camuna: la tessitura dei pezzotti, l’intreccio del legno, il ricamo e l’intaglio del legno.

La signora Gina Melotti di Monno è rimasta una delle ultime persone della valle a mantenere viva la tecnica della tessitura dei pezzotti realizzati con telai manuali, tappeti che si ottenevano riciclando indumenti lisi e non più utilizzabili, tagliati a piccole strisce poi tessute al telaio. In passato, quasi ogni famiglia in paese possedeva un telaio e Monno era rinomato per la qualità della sua produzione.

Amerino Minelli, anche lui abitante di Monno, intaglia sapientemente il legno, una tecnica antica di cui conosce i segreti. Lavorazione caratteristica di molte zone montane, l’intaglio del legno nella Valle Camonica vanta una secolare tradizione che ha lasciato traccia sia nell’ingente patrimonio storico-artistico, nella lavorazione degli altari, delle sculture e delle decorazioni sacre delle chiese barocche sia nella pratica quotidiana di contadini e pastori.

Ancora a Monno, Ester Minelli porta avanti una tradizione che non appartiene soltanto alla valle ma che si può considerare un patrimonio della cultura manuale. Tecnica di ricamo usata soprattutto per ornare tende, vestiti, biancheria per la casa, corredi nuziali, il “punto a intaglio” è un tipo di lavorazione raffinata che richiede precisione, abilità e tempo.

In Valle Camonica sono rimasti in pochi ad intrecciare il legno e una di queste persone è Alessandro Sandrini di Temù, un paese dell’alta valle. Con grande passione, Sandrini continua a realizzare cestini e gerle insieme ad altri oggetti che nel tempo sono diventati parte della sua produzione. Il legno che utilizza maggiormente è il nocciolo, un materiale che garantisce l’elasticità necessaria a questo tipo di lavorazione e che è possibile reperire sul territorio.

Queste forme artigianali, che storicamente ricoprivano una funzione di primaria importanza nel tessuto sociale e culturale della Valle, oggi faticano a resistere ai cambiamenti imposti dalla modernità, sono relegate ai margini e pochi ne conoscono ancora le antiche tecniche.

Queste tecniche continuano a sopravvivere ma stentano a creare nuove economie, nuove risorse, quando invece potrebbero offrire l’opportunità a molti giovani di costruire un futuro all’interno delle proprie comunità, investendo sul territorio senza dovere per forza trasferirsi altrove per lavorare.

Il senso del recupero delle tradizioni artigianali non risiede nella riproposizione di modelli non più sostenibili ma nel ripartire da quei modelli per acquisire nuove consapevolezze e spostare lo sguardo verso inedite visioni.

Ripartire da una condizione locale come possibile modello di sviluppo ci permette di guardare alle “diversità” che il territorio sa esprimere, così come alla ricchezza che la condizione locale stessa offre, uno spazio progettuale dentro il quale costruire nuove forme di lavoro da contrapporre a quel sistema produttivo, omologante, che ci viene perlopiù imposto.

Viviamo in un’epoca in cui le parole sono diventate un vero e proprio strumento di produzione e di captazione di valore economico e hanno assunto una dimensione sempre più importante all’interno del contesto sociale.

Attraverso il loro uso cerco di ridare un peso specifico e un valore collettivo al linguaggio, che per me è il “luogo” dove le diversità assumono un ruolo fondamentale, diventando il mezzo con cui contrapporre al valore economico il valore “del comune”.

La ragione nelle mani ha preso il via con un laboratorio che ho condotto insieme alle operatrici della Cooperativa Sociale il Cardo di Edolo e che ha coinvolto tutti i bambini e le bambine di Monno.

A loro ho raccontato il significato di circa cento parole intraducibili che sono presenti in molte lingue, parole che non possono essere tradotte perché non hanno corrispettivi in grado di rispondere alla complessità del loro significato e che possono essere quindi solamente spiegate.

Le parafrasi non possono restituire la vera essenza di queste parole, molte delle quali arrivano da lingue minoritarie che a stento resistono all’uniformazione.

Nel rischio della loro scomparsa vi è la cancellazione permanente della ricchezza di quella biodiversità linguistica che queste parole intraducibili hanno la capacità di esprimere in modo così efficace.

Insieme ai bambini e alle bambine di Monno abbiamo scelto circa venti parole che parlano del rapporto tra essere umano e natura e delle relazioni tra gli esseri umani stessi: abbiamo approfondito queste riflessioni attraverso una serie di attività, toccando vari aspetti della loro creatività.

Ho poi sottoposto queste stesse parole allo sguardo degli artigiani e delle artigiane per capire con loro quali potessero essere le più adatte a essere trasformate dalle loro sapienti mani.

Ne abbiamo scelte nove – anshim, balikwas, dadirri, friluftsliv, gurfa, ohana, orenda, sisu, ubuntu – che sono diventate il materiale su cui hanno lavorato insieme ai giovani apprendisti.

Si è arrivati così alla realizzazione di un’opera composta da sette manufatti, che è stata presentata in mostra per la prima volta presso il Museo Tavel di Ginevra – dove è stata messa in relazione con la storia di una città che fin dai passati secoli ha mantenuto una particolare attenzione alla dimensione della parola.

L’opera, inoltre, entrerà a far parte della collezione della GAMeC – Galleria D’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Il risultato di tutto questo lavoro non è rappresentato solamente dalle opere ma anche dal processo che ha portato alla loro costruzione, un processo che ha rimesso in circolo le conoscenze e le pratiche legate alla tradizione della valle con nuove prospettive e consapevolezze.

(english below)

Laboratorio per la scelta delle parole intraducibili con i bambini e le bambine di Monno, tenuto da Stefano Boccalini insieme alle operatrici della Cooperativa Sociale il Cardo di Edolo, Monno 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la scelta delle parole intraducibili con i bambini e le bambine di Monno, tenuto da Stefano Boccalini insieme alle operatrici della Cooperativa Sociale il Cardo di Edolo, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la scelta delle parole intraducibili con i bambini e le bambine di Monno, tenuto da Stefano Boccalini insieme alle operatrici della Cooperativa Sociale il Cardo di Edolo, Monno 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la scelta delle parole intraducibili con i bambini e le bambine di Monno, tenuto da Stefano Boccalini insieme alle operatrici della Cooperativa Sociale il Cardo di Edolo, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la scelta delle parole intraducibili con i bambini e le bambine di Monno, tenuto da Stefano Boccalini insieme alle operatrici della Cooperativa Sociale il Cardo di Edolo, Monno 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la scelta delle parole intraducibili con i bambini e le bambine di Monno, tenuto da Stefano Boccalini insieme alle operatrici della Cooperativa Sociale il Cardo di Edolo, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la lavorazione del legno intrecciato dove è stato realizzato OHANA dall’artigiano Alessandro Sandrini insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Temù 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la lavorazione del legno intrecciato dove è stato realizzato OHANA dall’artigiano Alessandro Sandrini insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Temù 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la lavorazione del legno intrecciato dove è stato realizzato OHANA dall’artigiano Alessandro Sandrini insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Temù 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la lavorazione del legno intrecciato dove è stato realizzato OHANA dall’artigiano Alessandro Sandrini insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Temù 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la lavorazione del legno intrecciato dove è stato realizzato OHANA dall’artigiano Alessandro Sandrini insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Temù 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la lavorazione del legno intrecciato dove è stato realizzato OHANA dall’artigiano Alessandro Sandrini insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Temù 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per l’intaglio del legno dove sono stati realizzati GURFA e UBUNTU dall’artigiano Amerino Minelli insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per l’intaglio del legno dove sono stati realizzati GURFA e UBUNTU dall’artigiano Amerino Minelli insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per l’intaglio del legno dove sono stati realizzati GURFA e UBUNTU dall’artigiano Amerino Minelli insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per l’intaglio del legno dove sono stati realizzati GURFA e UBUNTU dall’artigiano Amerino Minelli insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per l’intaglio del legno dove sono stati realizzati GURFA e UBUNTU dall’artigiano Amerino Minelli insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per l’intaglio del legno dove sono stati realizzati GURFA e UBUNTU dall’artigiano Amerino Minelli insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la tessitura dei pezzotti (tappeti) dove sono stati realizzati BALIKWAS, ORENDA e SISU dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.  Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la tessitura dei pezzotti (tappeti) dove sono stati realizzati BALIKWAS, ORENDA e SISU dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la tessitura dei pezzotti (tappeti) dove sono stati realizzati BALIKWAS, ORENDA e SISU dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.  Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la tessitura dei pezzotti (tappeti) dove sono stati realizzati BALIKWAS, ORENDA e SISU dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la tessitura dei pezzotti (tappeti) dove sono stati realizzati BALIKWAS, ORENDA e SISU dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.  Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per la tessitura dei pezzotti (tappeti) dove sono stati realizzati BALIKWAS, ORENDA e SISU dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per il ricamo a “punto e intaglio” dove è stato realizzato ANSHIM-DADIRRI-FRILUFTSLIV dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per il ricamo a “punto e intaglio” dove è stato realizzato ANSHIM-DADIRRI-FRILUFTSLIV dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per il ricamo a “punto e intaglio” dove è stato realizzato ANSHIM-DADIRRI-FRILUFTSLIV dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per il ricamo a “punto e intaglio” dove è stato realizzato ANSHIM-DADIRRI-FRILUFTSLIV dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per il ricamo a “punto e intaglio” dove è stato realizzato ANSHIM-DADIRRI-FRILUFTSLIV dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020. Photo ©Emanuel Montini

Laboratorio per il ricamo a “punto e intaglio” dove è stato realizzato ANSHIM-DADIRRI-FRILUFTSLIV dall’artigiana Gina Melotti insieme a due giovani apprendisti selezionati con un bando promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, Monno 2020.
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Dadirri, Anshim, Friluftsliv  Tecnica: lino, punto e intaglio (ricamo) Misure: 100 x 140 x 5 cm Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Dadirri, Anshim, Friluftsliv
Tecnica: lino, punto e intaglio (ricamo)
Misure: 100 x 140 x 5 cm
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Dadirri, Anshim, Friluftsliv  Tecnica: lino, punto e intaglio (ricamo) Misure: 100 x 140 x 5 cm Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Dadirri, Anshim, Friluftsliv
Tecnica: lino, punto e intaglio (ricamo)
Misure: 100 x 140 x 5 cm
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Dadirri, Anshim, Friluftsliv  Tecnica: lino, punto e intaglio (ricamo) Misure: 100 x 140 x 5 cm Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Dadirri, Anshim, Friluftsliv
Tecnica: lino, punto e intaglio (ricamo)
Misure: 100 x 140 x 5 cm
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Dadirri, Anshim, Friluftsliv  Tecnica: lino, punto e intaglio (ricamo) Misure: 100 x 140 x 5 cm Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Dadirri, Anshim, Friluftsliv
Tecnica: lino, punto e intaglio (ricamo)
Misure: 100 x 140 x 5 cm
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Ohana Tecnica: legno intrecciato Misure: 90 x 400 x 92 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Ohana
Tecnica: legno intrecciato
Misure: 90 x 400 x 92
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Ohana Tecnica: legno intrecciato Misure: 90 x 400 x 92 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Ohana
Tecnica: legno intrecciato
Misure: 90 x 400 x 92
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Ohana Tecnica: legno intrecciato Misure: 90 x 400 x 92 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Ohana
Tecnica: legno intrecciato
Misure: 90 x 400 x 92
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Ohana Tecnica: legno intrecciato Misure: 90 x 400 x 92 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Ohana
Tecnica: legno intrecciato
Misure: 90 x 400 x 92
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Ohana Tecnica: legno intrecciato Misure: 90 x 400 x 92 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Ohana
Tecnica: legno intrecciato
Misure: 90 x 400 x 92
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Ohana Tecnica: legno intrecciato Misure: 90 x 400 x 92 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Ohana
Tecnica: legno intrecciato
Misure: 90 x 400 x 92
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Balikwas Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti) Misure: 60 x 235 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Balikwas
Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti)
Misure: 60 x 235
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Balikwas Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti) Misure: 60 x 235 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Balikwas
Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti)
Misure: 60 x 235
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Sisu Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti) Misure: 60 x 120 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Sisu
Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti)
Misure: 60 x 120
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Sisu Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti) Misure: 60 x 120 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Sisu
Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti)
Misure: 60 x 120
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Orenda Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti)  Misure: 60 x 235 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Orenda
Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti)
Misure: 60 x 235
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani - Orenda Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti)  Misure: 60 x 235 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani – Orenda
Tecnica: lana cotta, Pezzotti (tappeti)
Misure: 60 x 235
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani, Ubuntu Tecnica: legno intagliato Misure: 30 x 130 x 4 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani, Ubuntu
Tecnica: legno intagliato
Misure: 30 x 130 x 4
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani, Ubuntu Tecnica: legno intagliato Misure: 30 x 130 x 4 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani, Ubuntu
Tecnica: legno intagliato
Misure: 30 x 130 x 4
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani, Gurfa Tecnica: legno intagliato Misure: 30 x 105 x 4 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani, Gurfa
Tecnica: legno intagliato
Misure: 30 x 105 x 4
Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini Anno: 2020 Titolo: La ragione nelle mani, Gurfa Tecnica: legno intagliato Misure: 30 x 105 x 4 Photo ©Emanuel Montini

Autore: Stefano Boccalini
Anno: 2020
Titolo: La ragione nelle mani, Gurfa
Tecnica: legno intagliato
Misure: 30 x 105 x 4
Photo ©Emanuel Montini

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH) Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH)
Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH) Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH)
Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH) Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH)
Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH) Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH)
Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH) Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH)
Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH) Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH)
Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH) Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH)
Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH) Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH)
Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH) Photo ©Christian Tasso

Installazione dei 7 manufatti che compongono l’opera “La ragione nelle mani” alla Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire, Ginevra (CH)
Photo ©Christian Tasso

 

La ragione nelle mani (Reason in the hands) is the title of Stefano Boccalini’s project that in 2020 was among the winners of the eighth edition of the Italian Council, promoted by the General Directorate for Contemporary Creativity of the Ministry of Culture.

The Comunità Montana di Valle Camonica, which co-financed the project, and Art for the World Europa, the proposing entities of the project, have structured a series of events to promote the artist’s work.

On March 31, 2021 at the Maison Tavel/Musée d’Art et d’Histoire in Geneva, curated by Adelina von Fürstenberg, an exhibition was inaugurated where the result of this complex project could be seen.

At the same time, a number of meetings were held to present the book, edited by Alessandra Pioselli, which recounts the project and reflects on the themes that have characterized it.

Then Art House of Scutari in Albania, Sandefjord Kunstforening of Sandefjord in Norway, Fondazione Pistoletto Onlus, Accademia di Belle Arti Bologna and MA*GA – Museo Arte di Gallarate, gave space and visibility to this work.

The work then became part of the collection of GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Bergamo.

This project’s realization was made possible thanks to the support of the institutions that have believed in my work, first of all MiBACT – Ministry for Cultural Heritage and Activities and Tourism that, through the eighth edition of the Italian Council, chose La ragione nelle mani among the projects to be funded.

Of no less significance was the role played by the Comunità Montana di Valle Camonica, which co-funded the project and was the promoting body together with ART for The World Europe.

The idea of the project stems from the relationship that I have been developing with Valle Camonica since 2013.

In that year I was invited to the valley by Giorgio Azzoni, artistic director of aperto_ art on the border, the public art event that connects contemporary art with the Camonica territory, promoted by the Comunità Montana di Valle Camonica through the Distretto Culturale.

I had been invited to participate in a residency to produce a work that, inspired by the theme of water, could be linked to the territory.

The residency lasted a few weeks, a timespan that gave me the opportunity to discover a place that was not completely unknown to me, but that up to then I had only visited as a tourist.

This shift in perspective was fundamental, and over the years Valle Camonica has become a landmark for my work: here I have worked with several communities, local institutions and artisans with whom I have created a close relationship of collaboration and exchange that has allowed me to produce several works.

The energy that has been generated around these relationships is leading to the opening of a Center for Mountain Art and Crafts. Ca’Mon, as this space will be called, will be located in the old kindergarten currently under renovation in Monno, a small town in the upper valley that counts about 500 inhabitants.

The project also arises from the work that aperto_ art on the border has carried out over the years; a work that, with respect to the territory, focuses on artisan knowledge and that has been made possible thanks to the Comunità Montana, the Municipality of Monno and the Fondazione Cariplo. Ca’Mon, whose artistic direction I have been entrusted with, will serve as a center of exchange between intellectual and manual knowledge: we will host artists and, more generally, authors and researchers in residence, in order to initiate a dialogue with the territory and its material and immaterial cultural heritage.

Ca’Mon will not be only this, but it will also become a place where the community will be able to identify itself and where it will be possible to bring to light all the issues related to the past, helpful to the construction of the future and momentarily put aside, that here may find the conditions to regenerate and take on new forms.

It will offer the opportunity to set up a permanent workshop of experimentation and research that, starting from a local context, wants to oppose the culture of diversities and biodiversities to the homologation to which the contemporary ruling society tends.

Following this logic, we have already activated some experimental fields of flax and hemp, crops that in the past characterized the landscape of the valley and that, processed and transformed, became part of everyday life, just as today they could open the way to new opportunities for development.

Ca’Mon will also be a place of education, equipped with laboratories where artisans, artists and young people of the valley will be able to work together.

The aim consists in the transfer of knowledge, according to a logic of sharing where traditions do not assume a nostalgic meaning, but become the gateway to the future, a “place” of experimentation to imagine new scenarios.

This is the context where La ragione nelle mani took shape, a project that operates on two levels, one related to language and one to artisanal knowledge, through the involvement of the local community.

All the seven artifacts that compose the work were made in Valle Camonica by four artisans, working alongside two young apprentices.

The eight “pupils” were selected through a public call, promoted by the Comunità Montana and addressed to the young people of the valley interested in dealing with handicraft practices belonging to the Camonica tradition: pezzotti weaving, wood braiding, embroidery and wood carving.

Mrs. Gina Melotti of Monno is one of the last people in the valley to keep alive the technique of weaving pezzotti made with manual looms, carpets that were made by recycling worn out and no longer usable clothes, cut into small strips then woven on the loom, and Monno was renowned for the quality of its production.

Amerino Minelli, living in Monno too, skilfully carves wood, an ancient technique of which he knows the secrets. Wood carving is a typical technique of many mountain areas, but in Valle Camonica it boasts a centuries-old tradition that has left its mark either in the great historical and artistic heritage, in the working of altars, sculptures and sacred decorations of baroque churches, as well as in the daily practice of farmers and shepherds.

Still in Monno, Ester Minelli carries on a tradition that does not only belong to the valley but that can be considered a heritage of handicraft culture. The “cut work” is an embroidery technique used mainly to decorate curtains, clothes, household linen, and wedding trousseaus. It is a type of refined craft that requires accuracy, ability, and time.

In Valle Camonica there are only a few left who still weave wood and one of these people is Alessandro Sandrini from Temù, a village in the upper valley. He carries on making baskets and panniers with great passion, along with other objects that over time have become part of his production. He mostly uses hazel wood, a material that provides the flexibility needed for this type of work and that can be found in the area.

These forms of craft, which historically covered a function of primary importance in the social and cultural fabric of the Valley, today strive to resist the changes imposed by modernity and are marginalized, very few still know these ancient techniques.

These methods continue to survive, but are struggling to create new economies and new resources, when they could offer the opportunity to many young people to build a future within their own communities, investing in the territory, without having to necessarily move elsewhere to work.

Reclaiming artisan traditions does not mean bringing back models that are no longer sustainable, but starting again from those models in order to acquire new consciousness, and shift our focus towards new visions.

Restarting from a local level, as a possible model of development, lets us consider the “diversities” that the territory is able to express, as well as the richness that the local condition itself offers, as a project space within which to build new forms of work to oppose to that productive and homologating system proposed by contemporaneity.

We live in an era in which words have become a real instrument of production and collection of economic value, and have acquired an increasingly important dimension within the social context. I try to restore a specific weight and a collective value to language through its use.

For me, language is the “place” where diversities take on a fundamental role, becoming the vehicle to contrast economic value with that of the “shared value”.

La ragione nelle mani took off with a workshop that I held together with the operators of the Cooperativa Sociale il Cardo of Edolo and that involved all the children of Monno.

I explained to the children the meaning of about one hundred untranslatable words present in many languages, words that cannot be translated because they have no equivalent that could exhaustively return the complexity of their meaning, therefore they can only be described.

Paraphrases of these words, many of which come from minority languages that hardly resist standardization, cannot return their true essence.

Their disappearance risks the permanent cancellation of the cultural richness of the linguistic biodiversity that these untranslatable words are able to express so effectively.

Together with the children of Monno, we chose about twenty words1 that refer to the relationship between humans and nature, and the relations among human beings themselves, deepening our knowledge of them through a series of activities that touched on various aspects of their creativity.

I then submitted these same words to the gaze of the artisans, in order to understand with them which ones could be the most suitable to be transformed by their skillful hands.

We chose nine words – anshim, balikwas, dadirri, friluftsliv, gurfa, ohana, orenda, sisu, ubuntu – that became the material they then worked on together with the young apprentices.

This led to the creation of an artwork, composed of seven artifacts, which will be exhibited for the first time at the Tavel Museum in Geneva, where it will be related to the history of a city that has maintained particular attention to the dimension of the word for centuries.

Moreover, the work will become part of the collection of the GAMeC – Galleria D’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.

The outcome of all this effort is not only represented by the artworks, but also by the process that led to their construction.

A process that has put back into circulation the knowledge and practices linked to the tradition of the valley with new perspectives and awareness.